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Foto di Franco AlessandroPriolo Priolo

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Racconto n 21

Anche nel cercatrova ma quello che conoscono in tanti ,bene li ce un piccolo filone che ha oroargento ( elettro ) non facile da trovate perché coperto e solo uno che lo coltiva ho lo ha coltivato come il sottoscritto x anni può sperare di rivederlo un bel dendritico ( rametti) anche foglie ma come ho detto molto difficile da trovare . Aspetto l’estate Poi un salto lo farò con il mio amico xxxxxxx chissà come ci rimarrà vedere che sotto i suoi piedi ce una meraviglia un sottile rametto d’oro che si sporge dalla dolomite e quarzo un’autentica meraviglia e solo li.

Racconto n 22

Chissa se Blengi lo ha lasciato li ho la portato via dalla casetta del monte airetta quel bel campione di quarzo calcite e dolomite con tracce d’oro in foglie una ventina di anni fa cera ancora e faceva parte di una parete della casa un rudere ora mai ,tutte le volte che andavo li sempre cera non si vede tutto il giorno ma solo a una certa ora del giorno se ce il sole se no difficile vedere le foglie sono naturale in modo che il sole le fa brillare a una certa ora rimango sempre compiaciuto del bel giallo che sprigiona le foglioline però bisogna avere buon occhio e pazienza .

Racconto n 23

Rio della nebbia cosi lo descrive Blengi un salto nei tempi andati. Ce un rio se così si può dire più appropriato rigagnolo, chi scrive ce stato parecchie volte in tutte le stagioni dell’anno ma parlo dei anni 90. Dicevo un corso d’acqua incastrato tra due colli serpeggia tra castagni e bruchi su rocce a tratti e terra rossa filoni di serpentina fibrosi e quarzo nero non sempre però ci scorre l’acqua a vista però sotto scorre tranquilla perché pochi sanno della sua esistenza parlo per gli esseri umani gli arroganti ,perché ci sono altri esseri viventi loro si Che sanno. A volte penso guarda la natura qua come senti la sua presenza l’odore del bosco, Della pietra mai provato a sentirne l’odore voi di città chissà se qualcuno a mai provato.Si perché anche le pietraie, rocce hanno odore anche la terra ha un odore ,diverso dell’orto che coltivo a casa. Questo posto che Blengi lo paragona come dice lui penso sia giusto, al cigno stellare o croce del nord,certo il cigno stellare è una prospezione, qua sulla terra lo vediamo con fantasia come un cigno o una croce , però penso sia giusto dare una somiglianza di questo posto alla costellazione un atto dovuto per via della conformazione del sito. Riprendiamo il racconto Dicevo scorre sotto a un terreno a tratti anche terroso e quindi da maggio a ottobre se sono mesi con poca pioggia è invisibile arso dal sole il terreno si spacca in lastroni rossicci duri e cotti però qualche piantina riesce a bucare e le sue foglie un po’ arricciate si arricchiscono della luce solare. Un giorno portai con me una tenda canadese a quel tempo erano così, con picchetti mica come oggi che si aprono come una fisarmonica ,ci voleva un po. Blengi era seduto su un pietrone guardava il mio da fare, il suo sogghigno da orecchio a orecchio la sua risatina immancabile in certe occasioni sempre presente lui sempre di buonumore io sempre indaffarato. Però dopo un po sarei entrato nel mio rifugio notturno, al mio invito ce posto, Blengi mi disse che non entrava li neanche se ci fosse stata una bottiglia di quello buono e poi permetti disse, un tetto ce l’ho guarda che firmamento, vero la via lattea era li sopra di noi uno spettacolo che sembrava eccheggiasse nel silenzio di sua brillantezza e bellezza . Però non vedo nessuna nebbia domandai aspetta ancora un poco e vedrai disse Un certo punto della notte si sprigionava nell’aria uno stano odore come di uova marce, era chiaro che sotto la terra del rio qualcosa fermentava, una nebbiolina usciva da quei lastroni sembrava irradiare di luce propria un azzurrino come fumo di sigaretta cosi in quel momento mi venne da pensare. Guardammo a lungo quello strano fenomeno Un po li è un po lassù il cigno stava a guardare, pensai e chiesi a Blengi perché hai dato a Questa valletta il nome del cigno costellazione, rispose la conformazione e uguale ha le ali come il cigno. Pensai ha fantasia ma sa anche di astronomia perché mi ha citato anche altre costellazioni e pianeti. La notte passo anch’io mi addormentati fuori con il volto su verso il cielo forse per i miasmi che emanava il rio ci rimasi e mi risveglia la mattina come mi ero addormentato.Blengi era gia da un po al lavoro quando io ancora mi stiracchiavo, però il letto non era molto accogliente su nuda terra lo sentivo sulle ossa anche se giovincello, mi alzai un po di flessioni, dissi al vecchio vado a lavarmi nel vicino paganella il grugno il suo alfabeto su di me ha fatto breccia. Sbrigati che il tempo cambia ,mi voltai verso di lui come dire come cambia?. Ritornai presi il pico e cominciai a picco are dove segnava il maestro un sacco poi un altro dopo ancora, finché non si riempi la corba . La tenda lasciala li non te la porta via nessuno. Andiamo a lavare questo sacchetto nel paganella vedrai sarai premiato lavammo io con la batea e la sua canaletta lui, usciva roba che rimaneva attaccata al fondo del piano di scorrimento un riverbero per le pupille avide mie, foglie grandi diversi cm con le dita avide anch’esse nel raccoglierle alla svelta quel giallo.