Non solo oro

FOTO E TESTI DI Giorgio Bogni, Viale Ticino 3 –21018 Sesto Calende (VA) [email protected]

Il vero ed importante ritrovamento è stato comunque effettuato dagli amici con cui ho condiviso questa esperienza, Silvio e Vittorio si sono messi subito ad osservare il materiale setacciato e la frazione che rimaneva nel piatto alla ricerca dell’agognato corindone. Ed è così che sono stati trovati i primi due rubini del fiume Ticino. Ad oggi, dopo una trentina di giornate di ricerca sul fiume si arricchisce anche la varietà dei cristalli di interesse collezionistico nelle frazioni pesanti delle sabbie aurifere alluvionali con cristalli di rutilo fin a quasi un centimetro e curiosi cristalli di andalusite nella pregiata varietà chiastolite. I rubini trovati sono ad ora solamente 5 ma il range di colori dei corindoni del Ticino è quasi completo con cristalli sui toni del verde, alcuni violacei, fino al giallastro. Un solo esemplare fin’ora si è rivelato sufficientemente trasparente da permetterne la sfaccettatura in compenso diversi si sono dimostrati ottimi campioni di qualità cabochon, con degli splendidi rubini e dagli interessanti effetti ottici dati dal gatteggiamento. L’elevata durezza, tipica del corindone, rende difficilela lavorazione ma davvero ottimo il polimento finale con importanti e lucenti gemme … italiane!Rileggendo tutti i testi che parlano dei depositi auriferi dell’aera del fiume Ticino se ne trova una citazione a proposito della componenti identificative del materiale di questi depositi ma al di là di indicare la presenza del corindone di più non se ne evince. Qui con questa intendiamo segnalare sia la presenza della varietà blu, lo zaffiro che la varietà rossa del rubino;.Quest’ultimo, oltre a mostrare la tipica fluorescenza agli U.V. ad onda lunga, evidenzia, osservato con uno spettroscopio a visione diretta, lo spettro di assorbimento tipico della varietà con una caratteristica banda di emissione nella fascia del rosso, indizio della presenza di cromo.Ci siamo comunque posti anche l’interrogativo dell’origine dei rubini e della loro evidente minor abbondanza e dimensioni in confronto alla massa di corindoni comunque rinvenuti anche in altri depositi dell’area del fiume Ticino. La probabile risposta è giunta parlandone con l’amico collezionista Franco Vanini, appassionato ricercatore di minerali e profondo conoscitore della mineralogia Svizzera. La sua ipotesi è che i cristalli di rubino che stiamo trovando nei placers del fiume Ticino possano provenire dalle rocce metamorfiche contenenti appunto corindoni nella varietà rubino della Val Traversagna nel cantone dei Grigioni. Anche in questo caso si tratta di un bacino che può avere contribuito alla formazione dei depositi quaternari glaciali del Lago Maggiore e conseguentemente dei correlati placers alluvionali, anche qui con una percorrenza media di oltre 100 km!

RACCOLTO DI UNA GIORNATA DI LAVORO GRANATO , ORO , PIOMBINI E UNO ZAFFIRO

PARTE DEL BACINO IDROGRAFICO DELLAGO MAGGIORE

DESCRIZIONE DI ALCUNI MINERALI RINVENUTI ALL’INTERNO DEI PLACERS ALLUVIONALI DEL TICINO TRA VARALLO POMBIA E CASTELNOVATE

Chiastolite: diversi ciottoli a forma di fuso si sono dimostrati appartenenti a questa varietà di andalusite dalla caratteristica inclusione carboniosa a forma di croce. I parametri di densità danno un minerale più vicino alla cianite ma la caratteristica inclusione ed il colore fanno propendere appunto ad una andalusite varietà chiastolite; anche in questo caso le migliori caratteristiche sono evidenziabili dopo lavorazione.

Corindone: I corindoni risultano sufficientemente diffusi in buona parte delle aree aurifere del Ticino oggetto di questa nota, la maggior parte mostrano una colorazione grigiastra a volte con una sfumatura bronzea. I ciottoli sono spesso arrotondati ma mostrano sempre delle forme di pseudo sfaldatura sia lungo il prisma esagonale che nella direzione basale. L’osservazione alla luce diretta del sole mostra benissimo queste caratteristiche e spesso evidenzia anche delle sottili linee di crescita a contorno esagonale che daranno poi luogo, una volta lavorati, ad un gradevolissimo gatteggiamento.

CORINDONI DI DIVERSI COLORI

ANDALUSITE VARIETA’ CHIASTOLITE

Rari sono i corindoni dalla colorazione blu più o meno intensa e rarissimi si sono dimostrati ad ora quelli nella varietà rubino. Si suggerisce di osservare anche nella frazione attorno al centimetro di dimensione dove si possono incontrare corindoni di colore giallastro e interessanti frammenti di colore blu intenso o violaceo. Difficile poter fare questo tipo di ricerca con l’utilizzo della tipica canaletta ma per chi utilizza il tradizionale piatto, uno sguardo prima del lavaggio finale potrà ricompensarvi con un interessante ritrovamento. Da segnalare che comunque tutto il materiale riferibile a corindone ha mostrato una ottima lavorabilità e la possibilità di raggiungere un ottimo grado di polimento.Oro: l’oro alluvionale che si rinviene nei due siti di ritrovamento dei corindoni si presenta con due pezzature decisamente diverse, nella parte più alta sono state rinvenute scagliette di quasi un centimetro di sviluppo e numerosi granuli spugnosi, a volte ancora con indizi di cristallinità, altre volte con parziale compresenza di quarzo legato all’oro. Nella parte alta quasi assente la frazione finissima e non riconosciute sferette o residui di lavorazioni aurifere del passato. L’oro rinvenuto invece in prossimità di Castelnovate si è rivelato più piccolo con indizi di maggiore trasporto e selezione, alcune scaglie mostrano una parziale ricopertura superficiale di ossidi di colore nerastro o rugginoso. Questo aspetto è legato probabilmente alla lunga permanenza in zone di ossidazione a ridosso di materiale ricco di ferro, in questa parte di deposito è abbondante anche la magnetite, molto più scarsa nella ricerca di Varallo Pombia.

CORINDONE AZZURO VARIETA’ ZAFFIRO

Rutilo: è stato interessante rinvenire cristalli di rutilo dal colore nerastro e vistosi riflessi rossi in cristalli spesso tipicamente geminati. Difficile a occhio distinguerli tra la componente nera delle sabbie aurifere, ma la tipica striatura, il comportamento diamagnetico e la diversa lucentezza e colorazione di fondo rendono questi cristalli assolutamente unici e offrono un ulteriore spunto collezionistico al di là del solo oro alluvionale.

RUTILO

BIBLIOGRAFIA

:-Piccoli, G. C., Maletto, G., Bosio, P., Lombardo, B. (2007). Minerali del Piemonte e della Valle d’Aosta. Associazione Amici del Museo F. Eusebio -Alba, Ed., Alba (Cuneo).-Pipino G. (2003) –Oro, miniere e storia. Miscellanea di giacimentologia e storie mineraria italiana –Museo storico dell’oro italiano –Ovada

Nota: tutte le foto e gli esemplari sono a cura dell’autore G. Bogni

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